INFO & TICKETS
ALL WEEKEND
dal/from 17/07 a/to 08/08 – sala comando
dalle/from 17.30 alle/to 21.30 e/and dalle/from 23.30 alle/to 24.00
Storia Notturna
mostra /exhibit
Darius Robin Dolatyari-Dolatdoust_ Moving Landscape grande feltro_ ph Rachele Salvioli.
A cura di Simone Frangi e Denis Isaia.
artisti in mostra Mercedes Azpilicueta (Argentina), Chiara Camoni (Italia), Darius-Robin Dolatyari-Dolatdoust (Francia), Francesco Fonassi (Italia), Luca Frei (Svizzera), Raffaela Naldi Rossano (Italia), Anna Perach (Ucraina).
Concepita come un nuovo episodio della serie di mostre promosse da Centrale Fies all’interno della sua programmazione Storia Notturna, collettiva a cura di Simone Frangi e Denis Isaia, riunisce una serie di pratiche internazionali che hanno saputo approfondire la relazione tra oggetti, strutture e performatività. Storia Notturna trae il suo titolo dall’opera storico-filosofica di Carlo Ginsburg dedicata all’analisi del sabbah e della stregoneria nei suoi significati mistici e politici.
Storia Notturna mette a confronto artiste e artisti che nel proprio lavoro hanno valorizzato il rapporto alchemico con la materia, riattivato mitologie folkloristiche, rivalorizzato le competenze e saperi popolari promuovendo la reinterpretazione di figure considerate marginali, “selvatiche”, antisociali. Protagoniste e protagonisti dell’exhibit sono Mercedes Azpilicueta, Chiara Camoni, Darius-Robin Dolatyari-Dolatdoust, Francesco Fonassi, Luca Frei, Raffaela Naldi Rossano, Anna Perach. Le artiste e gli artisti attiveranno le opere in mostra in una day long performance domenica 19 luglio dalle 18:00 alle 24:00.
dal/from 17/07 a/to 08/08 – turbine
dalle/from 17.30 alle/to 21.30 e/and dalle/from 23.30 alle/to 24.00
OHT Office for a Human Theatre
19 LUGLIO 1985
una tragedia alpina
Installazione
© OHT-19 luglio 1985, ph_MoniQue / foto Courtesy_Centro_Santa_Chiara
Catastrofe è una parola legata alla tragedia greca, indica il rovesciamento della storia che scioglie la trama e porta alla catarsi. Se nella tragedia greca la tracotanza umana, che porta alla catastrofe, si declina nei confronti del divino, in 19 LUGLIO 1985 l’hýbris umana si compie nei confronti del paesaggio alpino. Qui la catastrofe è letterale; è il rovesciamento del fango biancastro depositato nei bacini di decantazione che ha spazzato via la val di Stava. Il vuoto, lasciato dalla colata di fango, materializza l’irrappresentabilità di questa tragedia. L’unica possibilità è il coro perché, fin dalla tragedia greca, è una dichiarazione di guerra al naturalismo in arte. All’interno di questa battaglia, 19 LUGLIO 1985 diventa una tragedia che si svolge nello spazio anziché nel tempo; un’installazione per Centrale Fies. La scena si scompone in infinite direzioni e cristallizza i suoi movimenti congelandoli nell’istante iniziale e quello finale. Il coro diventa uno spettro che canta Lux Aeterna, i cui canoni musicali si modulano in ritmi e tempi dissonanti diventando una massa sonora densissima e priva di una direzione precisa, esattamente come la colata di fango: densissima e priva di una direzione precisa.
19 LUGLIO 1985 - una tragedia alpina
installazione di OHT | Office for a Human Theatre
Lux Aeterna di György Sándor Ligeti
Again – after ecclesiastes di David Lang
‘ndormenzete popin canto di montagna
regia, scena e testo Filippo Andreatta
drammaturgia Marco Bernardi
corifeo, musiche e suono Davide Tomat
scenografo associato Alberto Favretto
luci William Trentini / Veronica Varesi Monti
responsabile palcoscenico Viviana Rella
best-girl Letizia Paternieri
assistente regista Veronica Franchi
video Armin Ferrari
produzione e amministrazione Laura Marinelli
promozione e distribuzione Laura Artoni
esperto giardiniere Cleto Matteotti
tecnico del suono Claudio Tortorici
sviluppo elettronico e automazioni Enrico Wiltch
animale guida il Cervo
produzione OHT
co-produzione Romaeuropa Festival, Centro Santa Chiara Trento
residenza artistica Centrale Fies art work space
con il contributo di Fondazione Caritro, Provincia Autonoma di Trento
con il patrocinio della Fondazione Stava 1985
installazione co-prodotta da Centrale Fies art work space
in memoriam William Trentini
I WEEKEND
Venerdì/Friday 17.07
h. 18.30 - mezzelune
LIVE WORKS VOL.8
Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi
Open studio
Portrait Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi_courtesy the artists
Giulia Crispiani e Golrokh nafisi collaborano dal 2016. Insieme hanno redatto Manifesto Against Nostalgia (Manifesto contro la nostalgia), che ha già viaggiato a Teheran, Roma, Amsterdam e Bologna. Giulia Crispiani è scrittrice e artista visiva di base a Roma, dove è redattrice di NERO Edizioni e Teatro di Roma. Golrokh Nafisi è un’artista visiva, illustratrice, animatrice e burattinaia con sede a Teheran.
La città che immaginiamo
“La città che mi immagino è una città che mi ricordo, ci sono già stata. I sogni non sono mai ambientati in un futuro perché il tempo è sospeso. Se i vettori perdono linearità, allora il tempo si condensa e si aprono nuove dimensioni. La città che mi immagino gira intorno al sole, conosce sia il giorno che la notte, e offre spazio e conforto a tutte le sue creature. La città che mi immagino non è stata concepita da umanisti. L’ecofemminismo non è considerato terrorismo, come non lo è la fine del patriarcato. Nella città che mi immagino siamo tutte madri – e non necessariamente in termini biologici. E guardandoci dalla città che mi immagino, lo so che l’abbiamo costruita su questo pianeta.”
h. 20.00 – orti / 45’
MK
Bermudas
mk_ bermudas_foto credits Andrea Macchia
Bermudas è un lavoro coreografico pensato per un numero variabile di interpreti (da tre a undici), intercambiabili tra loro. E’ dunque un sistema di movimento basato su regole semplici e rigorose che producono un moto perpetuo, adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso. Il lavoro è ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni semplici, dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia. Il risultato finale tende alla costruzione di un luogo carico di tensione relazionale, un campo energetico molto intenso (a cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento) attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile a qualunque nuovo ingresso.
cast variabile cast Philippe Barbut, Biagio Caravano, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Giovanni Leone, Flora Orciani, Laura Scarpini, Loredana Tarnovschi, Francesca Ugolini
ideazione e coreografia Michele Di Stefano
luci Giulia Broggi in collaborazione con Cosimo Maggini
meteo Antonio Rinaldi
custom styling Marco Mazzoni e Michele Di Stefano
consulenza matematica Damiano Folli
organizzazione /management Carlotta Garlanda
distribuzione Jean François Mathieu
coproduzione Bolzano Danza / Tanz Bozen
in collaborazione con AMAT Civitanova Casa della Danza, Residance/DanceHaus PIù Milano, Dialoghi - residenze delle arti performative a Villa Manin Udine, Una diversa geografia/Villa Pravernara Valenza, AngeloMai Roma, L’ Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
con il contributo Regione Lazio - Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili
con il contributo MIBAC
h. 22.00 – cortile forgia / 70’
Anagoor
MEPHISTOPHELES eine Grand Tour
Mephistopheles_white bull courtesy the artist
Sotto il nome di Mephistopheles, Anagoor raduna il materiale video raccolto tra il 2012 e il 2018 in un viaggio per immagini attraverso le lacrime del mondo, musicato in un live set elettronico da Mauro Martinuz. Un Grand Tour nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono la tenebra e le sofferenze delle generazioni, il rapporto dell’uomo con la natura, il tempo, la tecnica e l’assoluto. L’enorme quantità di immagini inedite trova composizione in questo volo e caduta in forma di concerto cum figuris.
Musica e sound design composti da Mauro Martinuz
Concepito, scritto e diretto da Simone Derai
Direzione della fotografia Giulio Favotto
Collaborazione alla regia Marco Menegoni
Riprese Giulio Favotto, Marco Menegoni, Simone Derai
Montaggio Simone Derai e Giulio Favotto
Coordinamento Organizzativo Annalisa Grisi
Management e promozione Michele Mele
Produzione esecutiva Centrale Fies / Stefania Santoni, Laura Rizzo
Produzione Anagoor 2020
Coproduzione Kunstfest Weimar*, Theater an der Ruhr**, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo Madre***, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.
In collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Orto botanico e Villa Parco Bolasco - Università di Padova.
*supportato dal Ministero dell’Ambiente, Energia e Protezione della Natura della Turingia; **supportato dal Ministero della Cultura e della Scienza della Renania Settentrionale – Vestfalia; *** finanziata da POC Regione Campania 2014-2020.
Sabato/Saturday 18.07
h. 18.30 – forgia
LIVE WORKS VOL.8
Göksu Kunak
Cabaret Portrait: Döner Blackout III
© 2019_Ceren Saner
Ritratto di cabaret: Döner Blackout III è una text-based performance, un varietà televisivo fantascientifico condotto da Gucci Chunk, incentrato sul tardo modernismo della Turchia, sulla problematica politica governativa, ma anche sulla resistenza e le proteste in relazione alla musica arabesca e alla musica di protesta turca. Il materiale tipico dei programmi televisivi non è utilizzato per rigenerare la loro estetica e teatralità, ma per rompere il loro tempismo neoliberale e generare una dimensione poetica, e attraverso questo creare una forma completamente nuova, basata sulla materialità del linguaggio e sulla testualità del
corpo. Inoltre, la performance contempla lo slittamento del significato come risultato del gergo neoliberale intorno a notizie, pubblicità, annunci e segni, tenendo conto delle concezioni culturalmente radicate del corpo e della nazione, nonché degli approcci orientalisti.
h. 20.00 – orti
MK
Bermudas
mk_ bermudas_foto credits Andrea Macchia
Bermudas è un lavoro coreografico pensato per un numero variabile di interpreti (da tre a undici), intercambiabili tra loro. E’ dunque un sistema di movimento basato su regole semplici e rigorose che producono un moto perpetuo, adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso. Il lavoro è ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni semplici, dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia. Il risultato finale tende alla costruzione di un luogo carico di tensione relazionale, un campo energetico molto intenso (a cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento) attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile a qualunque nuovo ingresso.
cast variabile Philippe Barbut, Biagio Caravano, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Giovanni Leone, Flora Orciani, Laura Scarpini, Loredana Tarnovschi, Francesca Ugolini
ideazione e coreografia Michele Di Stefano
luci Giulia Broggi in collaborazione con Cosimo Maggini
meteo Antonio Rinaldi
custom styling Marco Mazzoni e Michele Di Stefano
consulenza matematica Damiano Folli
organizzazione Carlotta Garlanda
distribuzione Jean François Mathieu
coproduzione mk e Bolzano Danza / Tanz Bozen
in collaborazione con AMAT Civitanova Casa della Danza, Residance/DanceHaus PIù Milano, Dialoghi - residenze delle arti performative a Villa Manin Udine, Una diversa geografia/Villa Pravernara Valenza, AngeloMai Roma, L’ Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
con il contributo Regione Lazio - Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili
con il contributo MIBAC
h. 22.00 – cortile forgia
Anagoor
MEPHISTOPHELES eine Grand Tour
Mephistopheles_white bull courtesy the artist
Sotto il nome di Mephistopheles, Anagoor raduna il materiale video raccolto tra il 2012 e il 2018 in un viaggio per immagini attraverso le lacrime del mondo, musicato in un live set elettronico da Mauro Martinuz. Un Grand Tour nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono la tenebra e le sofferenze delle generazioni, il rapporto dell’uomo con la natura, il tempo, la tecnica e l’assoluto. L’enorme quantità di immagini inedite trova composizione in questo volo e caduta in forma di concerto cum figuris.
Musica e sound design composti da Mauro Martinuz
Concepito, scritto e diretto da Simone Derai
Direzione della fotografia Giulio Favotto
Collaborazione alla regia Marco Menegoni
Riprese Giulio Favotto, Marco Menegoni, Simone Derai
Montaggio Simone Derai e Giulio Favotto
Coordinamento Organizzativo Annalisa Grisi
Management e promozione Michele Mele
Produzione esecutiva Centrale Fies / Stefania Santoni, Laura Rizzo
Produzione Anagoor 2020
Coproduzione Kunstfest Weimar*, Theater an der Ruhr**, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo Madre***, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.
In collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Orto botanico e Villa Parco Bolasco - Università di Padova.
*supportato dal Ministero dell’Ambiente, Energia e Protezione della Natura della Turingia; **supportato dal Ministero della Cultura e della Scienza della Renania Settentrionale – Vestfalia; *** finanziata da POC Regione Campania 2014-2020.
Domenica/Sunday 19.07
dalle/from 18.00 alle/to 24.00 – sala comando
Storia Notturna
A day-long performance
Darius Robin Dolatyari-Dolatdoust_ Moving Landscape grande feltro_ ph Rachele Salvioli.
A cura di Simone Frangi e Denis Isaia.
artisti in mostra Mercedes Azpilicueta (Argentina), Chiara Camoni (Italia), Darius-Robin Dolatyari-Dolatdoust (Francia), Francesco Fonassi (Italia), Luca Frei (Svizzera), Raffaela Naldi Rossano (Italia), Anna Perach (Ucraina).
Concepita come un nuovo episodio della serie di mostre promosse da Centrale Fies all’interno della sua programmazione Storia Notturna, collettiva a cura di Simone Frangi e Denis Isaia, riunisce una serie di pratiche internazionali che hanno saputo approfondire la relazione tra oggetti, strutture e performatività. Storia Notturna trae il suo titolo dall’opera storico-filosofica di Carlo Ginsburg dedicata all’analisi del sabbah e della stregoneria nei suoi significati mistici e politici.
Storia Notturna mette a confronto artiste e artisti che nel proprio lavoro hanno valorizzato il rapporto alchemico con la materia, riattivato mitologie folkloristiche, rivalorizzato le competenze e saperi popolari promuovendo la reinterpretazione di figure considerate marginali, “selvatiche”, antisociali. Protagoniste e protagonisti dell’exhibit sono Mercedes Azpilicueta, Chiara Camoni, Darius-Robin Dolatyari-Dolatdoust, Francesco Fonassi, Luca Frei, Raffaela Naldi Rossano, Anna Perach. Le artiste e gli artisti attiveranno le opere in mostra in una day long performance domenica 19 luglio dalle 18:00 alle 24:00.
II WEEKEND
Venerdì/Friday 24.07
dalle/from 18.00 alle/to 24.00 / 20’
Chiara Bersani
Cordata
Chiara Bersani_white image
“Finiremo forse con il misurare la terra con il canto. Tracceremo confini di spezie, aree urbane di ritmi, riutilizzeremo l’atmosfera di un luogo per definirne l’ampiezza, sostituiremo le miglia con i ricordi, i metri con le idee, gli ettari con l’armonia. (…) Guarderemo così mappe più precise”.
(S. Perotti)
Ho le vertigini, dicevo.
Ho il mal di mondo
Non posso stare sola un giorno di più
Non posso uscire perché all’esterno ora non c’è uno spazio per il mio corpo
Galleggiare.
Continuo quindi a galleggiare.
Quanto mi appassiona questa azione - non azione.
Questo strano verbo dalla mobilità ambigua, questo movimento misurato.
Perché se stai immobile il corpo sprofonda, ma se agisci con decisione ecco subito arriva la nuotata.
Non un vibrare, non un tendersi. Quasi un semplice ascoltare.
Galleggiare è millimetrico. Qualcosa che racconta questo mio tempo.
Galleggio mentre sopra e sotto il mondo si muove.
Voi che iniziate a nuotare siete piccole onde, mulinelli lievi che abitate la superficie intorno a me.
E così io mi sposto per inerzia. Mi spostate voi, l'eco del vostro movimento.
Oggi mi piace. Domani non so.
Galleggiando mi restituite, lentamente, al mondo.
Pontenure
06/06/2020
CORDATA è un opera inafferrabile. Nata durante le giornate di lock – down d’inizio 2020, consiste nel tentativo di appagare un desiderio: guardare il paesaggio insieme.
CORDATA è un opera creata per e con Centrale Fies in collaborazione con Corpoceleste_C.C.00 e prende forma nei giorni di riapertura dei festival, quando molti corpi possono riappropiarsi dello spazio pubblico mentre altri devono ancora muoversi con cautela.
CORDATA è un opera che può esistere solo grazie all’unione di corpi diversi per forma, ritmo, identità, luogo e sentire.
creazione Chiara Bersani
capo cordata Marco D’Agostin
sound F. de Isabella
ricerca Marta Montanini
promozione e cura Giulia Traversi
organizzazione e logistica Eleonora Cavallo
produzione Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# , Centrale Fies (Dro), Residenze artistiche UFO – Teatro Stabile di Trieste.
h. 20.00 – orti / 50'
Mali Weil
Forests | Unlearning
Stendardi/Forests foto credits Roberta Segata per Mali Weil
Forests | Unlearning è un’esperienza di sogno politico che esplora l’immaginario sotteso alla parola Foreste.
In un re-enactment contemporaneo delle antiche incubatio (stanze sotterranee della Grecia classica dove si dormiva e sognava attendendo l’incontro col divino) e attraverso una narrazione frammentaria e ricorsiva, che unisce al linguaggio performativo il design e la narrazione in audio trasmessa direttamente sui cellulari del pubblico, Mali Weil invita i visitatori a perimetrare e a perdersi nel mondo concettuale di Forests, i cui confini coincidono con i limiti storici e geografici dell’immaginario politico occidentale. Un gruppo di bambini, figure liminari e demoniche, guidano con delicatezza i partecipanti in un’esperienza che si dichiara fragile e rischiosa.
In questo doppio movimento la foresta non è più foresta, ma una polifonia narrativa, rituale, che confonde tempi e latitudini.
Forests è un progetto artistico e di ricerca che si muove all’interno dello spazio concettuale della foresta, riconoscendo in essa il luogo fisico, storico, narrativo che ha plasmato il nostro linguaggio giuridico e che più di altri oggi mette in questione il concetto di cittadinanza e il nostro immaginario politico.
La foresta è fucina di relazioni politiche con l’alterità: essa svela quel principio magico-linguistico, che ci assoggetta a nozioni come umano, stato, natura, cittadinanza.
Forests si costruisce come un processo polifonico di afforestazione composto da diversi episodi e un cluster di attività che connettono produzione artistica e ricerca scientifica, per delineare pratiche di social dreaming.
Fino ad oggi sono stati realizzati Forests | Recomposing svoltosi in forma di lecture al Trento Film Festival, Forests | Unlearning performance presentata a SAAL Biennaal International Performing Arts Festival (Tallinn, EE) e Forests | Experimenting all’interno del PAV Parco Arte Vivente di Torino. We are thousand Forests presentato per la prima volta a Dro, costituisce il 4 episodio performativo.
Oltre alla parte performativa Forests comprende anche un film di prossima realizzazione e un’open school che apre in maniera temporanea e su invito.
Forests è un progetto di Mali Weil, coordinato da Centrale Fies.
concept, design e realizzazione Mali Weil
con Leon Fisicaro, Gaia Kurincic, Grete Sommadossi Loner, Josef Sommadossi Loner, Alice Voltolini
realizzazione Companions Isabella Micati - Manifact Weaving
sound design Elettra Bargiacchi
research consultancy Michele Spanò
supporto amministrativo Roberta Savian, Laura Rizzo
traduzioni Silvia Coppola
coproduzione Mali Weil, Centrale Fies, SAAL Biennaal
con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando ORA! Produzioni di Cultura Contemporanea
e con il contributo di Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Caritro Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e di i-Portunus sostenuto da Creative Europe Programme
h. 22.00 – cortile forgia e orti
Giorgia Ohanesian Nardin
Գիշեր | gisher
Giorgia Ohanesian Nardin_gisher courtesy the artist
La Sindrome dell’Impostore è eredità ancestrale è trauma intergenerazionale.
Ieri avevo così tanto fuoco che mi sono dovut_ stendere sull’erba i palmi rivolti verso la terra. Volevo smettere di sentire il mio corpo che andava a fuoco.
Sono forse diventat_ i miei meccanismi di sopravvivenza?
Autosabotaggio per me significa avere tantissime opinioni sull’amore che ricevo. Ma non posso semplicemente ricevere amore, chi cazzo lo fa?
Sono così stanc_.
Sono così stanc_.
(Io non so chi sono senza la mia stanchezza.)
Vorrei poter scrivere prima dell’approdo alla critica
prima di questa interiorizzazione di un senso egemonico di valore.
Prima del pensiero di non aver pensato a tutto, di non aver considerato tutte le cose potenzialmente catastrofiche e le formulazioni che potrebbero distruggere tutto.
Me.
Perchè crea davvero molta confusione. Si.
Sono nat_ di lunedì.
Գիշեր | gisher è un video per lo spazio scenico. Al centro di Գիշեր | gisher ci sono le immagini, che moltiplicano e scompongono la visione chiedendo a chi guarda di Orientarsi. Ci sono le parole, scritte e raccontate e offerte e tradotte e lette ad alta voce.
Գիշեր | gisher è l’azione dell’alimentare, del tenere acceso, del bruciare.
Giorgia Ohanesian Nardin è artista, ricercator_ indipendente e agitator_ queer di discendenza Armena.
Educat_ nell'ambito della danza, il suo lavoro si manifesta in movimenti/video/testo/coreografia/suono/raduni e ha a che vedere con narrazioni attorno a ostilità, riposo, attrito, sensualità e cura.
scrittura Giorgia Ohanesian Nardin
riprese F. De Isabella, Giorgia Ohanesian Nardin
composizione suono e video F. De Isabella
drammaturgia video F. De Isabella, Giorgia Ohanesian Nardin
ambiente luminoso Giulia Pastore
domande Kamee Abrahamian, Ilenia Caleo, Taguhi Torosyan
traduzione Giorgia Ohanesian Nardin, Taguhi Torosyan
note alla traduzione Clark Pignedoli
voci Kamee Abrahamian, Chiara Bersani, F. De Isabella, Simone Derai, Maddalena Fragnito, Jamila Johnson-Small, Ndack Mbaye, Giorgia Ohanesian Nardin, Raffaele Tori, Taguhi Torosyan
disegno della pubblicazione Flo Low
cura e produzione Giulia Messia
nel video compare l’opera Ghost Theatre di Vahram Galstyan e Repentance.Variation on themes by Pinturicchio and Raphael (dedicated to Vasily Katanyan) di Sergei Parajanov
Grazie Studio Azzurro, Luca Chiaudano, Yuri D., Valentina Stucchi
prodotto da Associazione Culturale VAN, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna,
sostenuto da Centrale Fies Art Work Space, AtelierSì Bologna, ICA Yerevan, Spazio Fattoria, DiD Studio
Sabato/Saturday 25.07
TICKETS
“Finiremo forse con il misurare la terra con il canto. Tracceremo confini di spezie, aree urbane di ritmi, riutilizzeremo l’atmosfera di un luogo per definirne l’ampiezza, sostituiremo le miglia con i ricordi, i metri con le idee, gli ettari con l’armonia. (…) Guarderemo così mappe più precise”.
(S. Perotti)
Ho le vertigini, dicevo.
Ho il mal di mondo
Non posso stare sola un giorno di più
Non posso uscire perché all’esterno ora non c’è uno spazio per il mio corpo
Galleggiare.
Continuo quindi a galleggiare.
Quanto mi appassiona questa azione - non azione.
Questo strano verbo dalla mobilità ambigua, questo movimento misurato.
Perché se stai immobile il corpo sprofonda, ma se agisci con decisione ecco subito arriva la nuotata.
Non un vibrare, non un tendersi. Quasi un semplice ascoltare.
Galleggiare è millimetrico. Qualcosa che racconta questo mio tempo.
Galleggio mentre sopra e sotto il mondo si muove.
Voi che iniziate a nuotare siete piccole onde, mulinelli lievi che abitate la superficie intorno a me.
E così io mi sposto per inerzia. Mi spostate voi, l'eco del vostro movimento.
Oggi mi piace. Domani non so.
Galleggiando mi restituite, lentamente, al mondo.
Pontenure
06/06/2020
CORDATA è un opera inafferrabile. Nata durante le giornate di lock – down d’inizio 2020, consiste nel tentativo di appagare un desiderio: guardare il paesaggio insieme.
CORDATA è un opera creata per e con Centrale Fies in collaborazione con Corpoceleste_C.C.00 e prende forma nei giorni di riapertura dei festival, quando molti corpi possono riappropiarsi dello spazio pubblico mentre altri devono ancora muoversi con cautela.
CORDATA è un opera che può esistere solo grazie all’unione di corpi diversi per forma, ritmo, identità, luogo e sentire.
creazione / creation : Chiara Bersani
capo cordata : Marco D’Agostin
sound : F. de Isabella
ricerca / research : Marta Montanini
promozione e cura / promotion and curating : Giulia Traversi
organizzazione e logistica / organization and logistic : Eleonora Cavallo
produzione / production : Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# , Centrale Fies (Dro), Residenze artistiche UFO – Teatro Stabile di Trieste.
dalle/from 18.00 alle/to 24.00 / 20’
Chiara Bersani
Cordata
Chiara Bersani_white image
“Finiremo forse con il misurare la terra con il canto. Tracceremo confini di spezie, aree urbane di ritmi, riutilizzeremo l’atmosfera di un luogo per definirne l’ampiezza, sostituiremo le miglia con i ricordi, i metri con le idee, gli ettari con l’armonia. (…) Guarderemo così mappe più precise”.
(S. Perotti)
Ho le vertigini, dicevo.
Ho il mal di mondo
Non posso stare sola un giorno di più
Non posso uscire perché all’esterno ora non c’è uno spazio per il mio corpo
Galleggiare.
Continuo quindi a galleggiare.
Quanto mi appassiona questa azione - non azione.
Questo strano verbo dalla mobilità ambigua, questo movimento misurato.
Perché se stai immobile il corpo sprofonda, ma se agisci con decisione ecco subito arriva la nuotata.
Non un vibrare, non un tendersi. Quasi un semplice ascoltare.
Galleggiare è millimetrico. Qualcosa che racconta questo mio tempo.
Galleggio mentre sopra e sotto il mondo si muove.
Voi che iniziate a nuotare siete piccole onde, mulinelli lievi che abitate la superficie intorno a me.
E così io mi sposto per inerzia. Mi spostate voi, l'eco del vostro movimento.
Oggi mi piace. Domani non so.
Galleggiando mi restituite, lentamente, al mondo.
Pontenure
06/06/2020
CORDATA è un opera inafferrabile. Nata durante le giornate di lock – down d’inizio 2020, consiste nel tentativo di appagare un desiderio: guardare il paesaggio insieme.
CORDATA è un opera creata per e con Centrale Fies in collaborazione con Corpoceleste_C.C.00 e prende forma nei giorni di riapertura dei festival, quando molti corpi possono riappropiarsi dello spazio pubblico mentre altri devono ancora muoversi con cautela.
CORDATA è un opera che può esistere solo grazie all’unione di corpi diversi per forma, ritmo, identità, luogo e sentire.
creazione Chiara Bersani
capo cordata Marco D’Agostin
sound F. de Isabella
ricerca Marta Montanini
promozione e cura Giulia Traversi
organizzazione e logistica Eleonora Cavallo
produzione Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# , Centrale Fies (Dro), Residenze artistiche UFO – Teatro Stabile di Trieste.
h. 18.30 – le terme / 60' / Diretta radio
Ascoltare attraverso
Interrogare i generi « attraverso » l’ascolto
A cura di/curated by Claudia D’Alonzo, per la rassegna INBTWN
artisti Elena Biserna e/and Anna Raimondo
© Anna Raimondo
© Elena Biserna
Un dialogo radiofonico tra Elena Biserna e Anna Raimondo, secondo contributo di INBTWN - In Between, rassegna a cura di Claudia D’Alonzo per XL.
PART I - 25 luglio | diretta radio
On air sul sito di INBTWN e negli spazi di Centrale Fies.
Un dialogo radiofonico tra Elena Biserna e Anna Raimondo da due città diverse, Marsiglia e
Bruxelles con ascolti di progetti sonori di Anna Raimondo, i lavori di altr* artist*. L’ascolto è il loro strumento: il prisma scelto come vettore di complessità e pluralità per decostruire gerarchie, dicotomie, discorsi normativi e relazioni di potere. Alla regia da Milano, Radiovirus. Claudia D’Alonzo introduce e modera la diretta da Centrale Fies.
PART II - 27 luglio al 12 settembre
Sul sito di INBTWN.
Successivamente il sito ospita il podcast del dialogo e alcuni esercizi e partiture per un ascolto di genere che gli utenti/fruitori saranno invitati a performare.
Partner: Radiovirus
Media Partner: Digicult
h. 20.00 – orti / 50'
Mali Weil
Forests | Unlearning
Stendardi/Forests foto credits Roberta Segata per Mali Weil
Forests | Unlearning è un’esperienza di sogno politico che esplora l’immaginario sotteso alla parola Foreste.
In un re-enactment contemporaneo delle antiche incubatio (stanze sotterranee della Grecia classica dove si dormiva e sognava attendendo l’incontro col divino) e attraverso una narrazione frammentaria e ricorsiva, che unisce al linguaggio performativo il design e la narrazione in audio trasmessa direttamente sui cellulari del pubblico, Mali Weil invita i visitatori a perimetrare e a perdersi nel mondo concettuale di Forests, i cui confini coincidono con i limiti storici e geografici dell’immaginario politico occidentale. Un gruppo di bambini, figure liminari e demoniche, guidano con delicatezza i partecipanti in un’esperienza che si dichiara fragile e rischiosa.
In questo doppio movimento la foresta non è più foresta, ma una polifonia narrativa, rituale, che confonde tempi e latitudini.
Forests è un progetto artistico e di ricerca che si muove all’interno dello spazio concettuale della foresta, riconoscendo in essa il luogo fisico, storico, narrativo che ha plasmato il nostro linguaggio giuridico e che più di altri oggi mette in questione il concetto di cittadinanza e il nostro immaginario politico.
La foresta è fucina di relazioni politiche con l’alterità: essa svela quel principio magico-linguistico, che ci assoggetta a nozioni come umano, stato, natura, cittadinanza.
Forests si costruisce come un processo polifonico di afforestazione composto da diversi episodi e un cluster di attività che connettono produzione artistica e ricerca scientifica, per delineare pratiche di social dreaming.
Fino ad oggi sono stati realizzati Forests | Recomposing svoltosi in forma di lecture al Trento Film Festival, Forests | Unlearning performance presentata a SAAL Biennaal International Performing Arts Festival (Tallinn, EE) e Forests | Experimenting all’interno del PAV Parco Arte Vivente di Torino. We are thousand Forests presentato per la prima volta a Dro, costituisce il 4 episodio performativo.
Oltre alla parte performativa Forests comprende anche un film di prossima realizzazione e un’open school che apre in maniera temporanea e su invito.
Forests è un progetto di Mali Weil, coordinato da Centrale Fies.
concept, design e realizzazione Mali Weil
con Leon Fisicaro, Gaia Kurincic, Grete Sommadossi Loner, Josef Sommadossi Loner, Alice Voltolini
realizzazione Companions Isabella Micati - Manifact Weaving
sound design Elettra Bargiacchi
research consultancy Michele Spanò
supporto amministrativo Roberta Savian, Laura Rizzo
traduzioni Silvia Coppola
coproduzione Mali Weil, Centrale Fies, SAAL Biennaal
con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando ORA! Produzioni di Cultura Contemporanea
e con il contributo di Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Caritro Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e di i-Portunus sostenuto da Creative Europe Programme
h. 22.00 – cortile forgia e orti
Giorgia Ohanesian Nardin
Գիշեր | gisher
Giorgia Ohanesian Nardin_gisher courtesy the artist
La Sindrome dell’Impostore è eredità ancestrale è trauma intergenerazionale.
Ieri avevo così tanto fuoco che mi sono dovut_ stendere sull’erba i palmi rivolti verso la terra. Volevo smettere di sentire il mio corpo che andava a fuoco.
Sono forse diventat_ i miei meccanismi di sopravvivenza?
Autosabotaggio per me significa avere tantissime opinioni sull’amore che ricevo. Ma non posso semplicemente ricevere amore, chi cazzo lo fa?
Sono così stanc_.
Sono così stanc_.
(Io non so chi sono senza la mia stanchezza.)
Vorrei poter scrivere prima dell’approdo alla critica
prima di questa interiorizzazione di un senso egemonico di valore.
Prima del pensiero di non aver pensato a tutto, di non aver considerato tutte le cose potenzialmente catastrofiche e le formulazioni che potrebbero distruggere tutto.
Me.
Perchè crea davvero molta confusione. Si.
Sono nat_ di lunedì.
Գիշեր | gisher è un video per lo spazio scenico. Al centro di Գիշեր | gisher ci sono le immagini, che moltiplicano e scompongono la visione chiedendo a chi guarda di Orientarsi. Ci sono le parole, scritte e raccontate e offerte e tradotte e lette ad alta voce.
Գիշեր | gisher è l’azione dell’alimentare, del tenere acceso, del bruciare.
Giorgia Ohanesian Nardin è artista, ricercator_ indipendente e agitator_ queer di discendenza Armena.
Educat_ nell'ambito della danza, il suo lavoro si manifesta in movimenti/video/testo/coreografia/suono/raduni e ha a che vedere con narrazioni attorno a ostilità, riposo, attrito, sensualità e cura.
scrittura Giorgia Ohanesian Nardin
riprese F. De Isabella, Giorgia Ohanesian Nardin
composizione suono e video F. De Isabella
drammaturgia video F. De Isabella, Giorgia Ohanesian Nardin
ambiente luminoso Giulia Pastore
domande Kamee Abrahamian, Ilenia Caleo, Taguhi Torosyan
traduzione Giorgia Ohanesian Nardin, Taguhi Torosyan
note alla traduzione Clark Pignedoli
voci Kamee Abrahamian, Chiara Bersani, F. De Isabella, Simone Derai, Maddalena Fragnito, Jamila Johnson-Small, Ndack Mbaye, Giorgia Ohanesian Nardin, Raffaele Tori, Taguhi Torosyan
disegno della pubblicazione Flo Low
cura e produzione Giulia Messia
nel video compare l’opera Ghost Theatre di Vahram Galstyan e Repentance.Variation on themes by Pinturicchio and Raphael (dedicated to Vasily Katanyan) di Sergei Parajanov
Grazie Studio Azzurro, Luca Chiaudano, Yuri D., Valentina Stucchi
prodotto da Associazione Culturale VAN, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna,
sostenuto da Centrale Fies Art Work Space, AtelierSì Bologna, ICA Yerevan, Spazio Fattoria, DiD Studio
III WEEKEND
Venerdì/Friday 31.07
dalle/from 18.00 alle/to 24.00 / 20'
Chiara Bersani
Cordata
Chiara Bersani_white image
“Finiremo forse con il misurare la terra con il canto. Tracceremo confini di spezie, aree urbane di ritmi, riutilizzeremo l’atmosfera di un luogo per definirne l’ampiezza, sostituiremo le miglia con i ricordi, i metri con le idee, gli ettari con l’armonia. (…) Guarderemo così mappe più precise”.
(S. Perotti)
Ho le vertigini, dicevo.
Ho il mal di mondo
Non posso stare sola un giorno di più
Non posso uscire perché all’esterno ora non c’è uno spazio per il mio corpo
Galleggiare.
Continuo quindi a galleggiare.
Quanto mi appassiona questa azione - non azione.
Questo strano verbo dalla mobilità ambigua, questo movimento misurato.
Perché se stai immobile il corpo sprofonda, ma se agisci con decisione ecco subito arriva la nuotata.
Non un vibrare, non un tendersi. Quasi un semplice ascoltare.
Galleggiare è millimetrico. Qualcosa che racconta questo mio tempo.
Galleggio mentre sopra e sotto il mondo si muove.
Voi che iniziate a nuotare siete piccole onde, mulinelli lievi che abitate la superficie intorno a me.
E così io mi sposto per inerzia. Mi spostate voi, l'eco del vostro movimento.
Oggi mi piace. Domani non so.
Galleggiando mi restituite, lentamente, al mondo.
Pontenure
06/06/2020
CORDATA è un opera inafferrabile. Nata durante le giornate di lock – down d’inizio 2020, consiste nel tentativo di appagare un desiderio: guardare il paesaggio insieme.
CORDATA è un opera creata per e con Centrale Fies in collaborazione con Corpoceleste_C.C.00 e prende forma nei giorni di riapertura dei festival, quando molti corpi possono riappropiarsi dello spazio pubblico mentre altri devono ancora muoversi con cautela.
CORDATA è un opera che può esistere solo grazie all’unione di corpi diversi per forma, ritmo, identità, luogo e sentire.
creazione Chiara Bersani
capo cordata Marco D’Agostin
sound F. de Isabella
ricerca / research Marta Montanini
promozione e cura Giulia Traversi
organizzazione e logistica / organization and logistic Eleonora Cavallo
produzione: Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# , Centrale Fies (Dro), Residenze artistiche UFO – Teatro Stabile di Trieste.
h. 20.00 – orti / 45’
Alessandro Sciarroni
Turning_Orlando’s version
Alessandro Sciarroni_ Turning_Orlando's version © Salvatore Laurenzana
TURNING_Orlando’s version è un nuovo capitolo di un progetto più grande (TURNING) ispirato ai fenomeni migratori di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, in cui il verbo "turning" viene tradotto sia in maniera letterale, attraverso l’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse, che filosofico, nel suo significato di evolvere, cambiare sviluppandosi in un viaggio psicofisico emozionale.
Orlando rimanda ad una ciclicità tonda, ad una trasformazione circolare, come nel romanzo di Virginia Woolf, ci invita ad attraversare un mistero: evoca il nome di una persona o una località piena di palme in Florida sospesa nell’attesa di un ciclone?
invenzione Alessandro Sciarroni
con Maria Cargnelli, Francesco Saverio Cavaliere, Lucrezia Gabrieli, Sofia Magnani, Roberta Racis
musica Aurora Bauzà e Pere Jou (Telemann Rec.)
assistenza, training, consulenza coreografica e drammaturgic Elena Giannotti
abiti Ettore Lombardi
casting Damien Modolo
direzione tecnica Valeria Foti
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava
promozione, consiglio, sviluppo Lisa Gilardino
produzione MARCHE TEATRO Teatro di rilevante interesse culturale, corpoceleste_C.C.00##
coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Basilicata 1799, CENTQUATRE-Paris, Snaporazverein
con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza EmiliaRomagna
Il progetto Turning_Orlando’s version è realizzato con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D’autore, coordinata da L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
h. 22.00 – cortile forgia / 45’
Jacopo Jenna
Alcune Coreografie
Jacopo Jenna_ courtesy the artist
La coreografia si costruisce attraverso la mimesi di una moltitudine di frammenti video montati in una sequenza serrata, frugando tra la storia della danza e della performance, attraversando il cinema e internet, in cerca di una materia cinetica sensibile.
La danzatrice incarna, trasforma, connette e riporta al presente il corpo dell’immagine, ne sonda la dinamica, la libertà e l’immediatezza linguistica senza un punto di vista privilegiato, lo sradica dall’immaginario nello svolgimento di una coreografia esatta.
Nella seconda parte un video originale dell’artista Roberto Fassone offre una sequenza di coreografie visive, un paesaggio simbolico dove l'umano è assente ma che ancora cerca un rapporto con il corpo in scena e riflette su quella materia intangibile di cui la danza è fatta.
ideazione, regia e videocoreografia Jacopo Jenna
collaborazione e danza Ramona Caia
collaborazione e video Roberto Fassone
musica originale Francesco Casciaro
disegno luci Mattia Bagnoli
costume Eva di Franco
organizzazione Luisa Zuffo
produzione KLm - Kinkaleri
coproduzione Centrale Fies
con il supporto di Azienda Speciale Palaexpo - Mattatoio | Progetto PrendersiCura
Sabato/Saturday 01.08
dalle/from 18.00 alle/to 24.00 / 20'
Chiara Bersani
Cordata
Chiara Bersani_white image
“Finiremo forse con il misurare la terra con il canto. Tracceremo confini di spezie, aree urbane di ritmi, riutilizzeremo l’atmosfera di un luogo per definirne l’ampiezza, sostituiremo le miglia con i ricordi, i metri con le idee, gli ettari con l’armonia. (…) Guarderemo così mappe più precise”.
(S. Perotti)
Ho le vertigini, dicevo.
Ho il mal di mondo
Non posso stare sola un giorno di più
Non posso uscire perché all’esterno ora non c’è uno spazio per il mio corpo
Galleggiare.
Continuo quindi a galleggiare.
Quanto mi appassiona questa azione - non azione.
Questo strano verbo dalla mobilità ambigua, questo movimento misurato.
Perché se stai immobile il corpo sprofonda, ma se agisci con decisione ecco subito arriva la nuotata.
Non un vibrare, non un tendersi. Quasi un semplice ascoltare.
Galleggiare è millimetrico. Qualcosa che racconta questo mio tempo.
Galleggio mentre sopra e sotto il mondo si muove.
Voi che iniziate a nuotare siete piccole onde, mulinelli lievi che abitate la superficie intorno a me.
E così io mi sposto per inerzia. Mi spostate voi, l'eco del vostro movimento.
Oggi mi piace. Domani non so.
Galleggiando mi restituite, lentamente, al mondo.
Pontenure
06/06/2020
CORDATA è un opera inafferrabile. Nata durante le giornate di lock – down d’inizio 2020, consiste nel tentativo di appagare un desiderio: guardare il paesaggio insieme.
CORDATA è un opera creata per e con Centrale Fies in collaborazione con Corpoceleste_C.C.00 e prende forma nei giorni di riapertura dei festival, quando molti corpi possono riappropiarsi dello spazio pubblico mentre altri devono ancora muoversi con cautela.
CORDATA è un opera che può esistere solo grazie all’unione di corpi diversi per forma, ritmo, identità, luogo e sentire.
creazione Chiara Bersani
capo cordata Marco D’Agostin
sound F. de Isabella
ricerca / research Marta Montanini
promozione e cura Giulia Traversi
organizzazione e logistica / organization and logistic Eleonora Cavallo
produzione: Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# , Centrale Fies (Dro), Residenze artistiche UFO – Teatro Stabile di Trieste.
h. 20.00 – orti / 45’
Alessandro Sciarroni
Turning_Orlando’s version
Alessandro Sciarroni_ Turning_Orlando's version © Salvatore Laurenzana
TURNING_Orlando’s version è un nuovo capitolo di un progetto più grande (TURNING) ispirato ai fenomeni migratori di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, in cui il verbo "turning" viene tradotto sia in maniera letterale, attraverso l’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse, che filosofico, nel suo significato di evolvere, cambiare sviluppandosi in un viaggio psicofisico emozionale.
Orlando rimanda ad una ciclicità tonda, ad una trasformazione circolare, come nel romanzo di Virginia Woolf, ci invita ad attraversare un mistero: evoca il nome di una persona o una località piena di palme in Florida sospesa nell’attesa di un ciclone?
invenzione Alessandro Sciarroni
con Maria Cargnelli, Francesco Saverio Cavaliere, Lucrezia Gabrieli, Sofia Magnani, Roberta Racis
musica Aurora Bauzà e Pere Jou (Telemann Rec.)
assistenza, training, consulenza coreografica e drammaturgic Elena Giannotti
abiti Ettore Lombardi
casting Damien Modolo
direzione tecnica Valeria Foti
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava
promozione, consiglio, sviluppo Lisa Gilardino
produzione MARCHE TEATRO Teatro di rilevante interesse culturale, corpoceleste_C.C.00##
coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Basilicata 1799, CENTQUATRE-Paris, Snaporazverein
con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza EmiliaRomagna
Il progetto Turning_Orlando’s version è realizzato con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D’autore, coordinata da L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
h. 22.00 – cortile forgia / '45
Jacopo Jenna
Alcune Coreografie
Jacopo Jenna_ courtesy the artist
La coreografia si costruisce attraverso la mimesi di una moltitudine di frammenti video montati in una sequenza serrata, frugando tra la storia della danza e della performance, attraversando il cinema e internet, in cerca di una materia cinetica sensibile.
La danzatrice incarna, trasforma, connette e riporta al presente il corpo dell’immagine, ne sonda la dinamica, la libertà e l’immediatezza linguistica senza un punto di vista privilegiato, lo sradica dall’immaginario nello svolgimento di una coreografia esatta.
Nella seconda parte un video originale dell’artista Roberto Fassone offre una sequenza di coreografie visive, un paesaggio simbolico dove l'umano è assente ma che ancora cerca un rapporto con il corpo in scena e riflette su quella materia intangibile di cui la danza è fatta.
ideazione, regia e videocoreografia Jacopo Jenna
collaborazione e danza Ramona Caia
collaborazione e video Roberto Fassone
musica originale Francesco Casciaro
disegno luci Mattia Bagnoli
costume Eva di Franco
organizzazione Luisa Zuffo
produzione KLm - Kinkaleri
coproduzione Centrale Fies
con il supporto di Azienda Speciale Palaexpo - Mattatoio | Progetto PrendersiCura
IV WEEKEND
Venerdì/Friday 07.08
Chiara Bersani
Cordata Longa
Ph_Giulia Traversi
CORDATA LONGA
Opera di Chiara Bersani – artista e attivista italiana con disabilità realizzata per e con Centrale Fies art work space.
Vorremmo proporvi di incontrarci, darci un appuntamento impossibile, intimo e collettivo.
Vorremmo contemplare il paesaggio insieme.
Sarebbe bello se lo stesso giorno, ad orari e respiri diversi una staffetta di sguardi accompagnasse il sole mentre scompare, di paese in paese, fino a che il tramonto, l’alba, la notte e il giorno non si confondano.
Se vi va, il 9 Agosto, staremo insieme ovunque. In tutti i mari, le foreste, i deserti, le isole, gli oceani del nostro pianeta.
7 - 8 Agosto
LIVE e ONLIFE
Allenamento per Cordata Longa al campo base di Centrale Fies – Le Terme - Loc. Fies 1, 38074 Dro (TN)
ONLINE
Allenamento Online nel sito fies-stargate.net/cordata-longa.
In queste giornate verrà reso pubblico un tutorial in cui il capo cordata Marco D’Agostin fornirà le istruzioni necessarie per partecipare a Cordata Longa il giorno 9 Agosto.
9 Agosto - EVENTO ONLINE
Cordata Longa - staffetta di tramonti
ONLINE dalle 19,30 ora italiana per 24 ore
Evento a cui chiunque può aderire, ovunque si trovi.
Per poterne fare esperienza sarà necessario:
Visualizzare con attenzione il tutorial di Marco D’Agostin,
Avere a portata di mano un cellulare con accesso a internet e cuffiette auricolari per un ascolto avvolgente.
CORDATA LONGA è stata realizzata con:
Marco D’Agostin Capo cordata
F. De Isabella Suono
Marta Montanini Ricerca e traduzione
Giulia Traversi Promozione e cura
Eleonora Cavallo Organizzazione, logistica e grafica
Produzione Centrale Fies, Associazione culturale corpoceleste_C.C.00#
With the support of UFO – residenze d’arte non identificate – Contrada Teatro – Stabile di Trieste .
h. 20.00 – orti / 30'
CollettivO CineticO & Alessandro Sciarroni
Dialogo Terzo: In a landscape
CollettivO CineticO_courtesy the artist
“Credo che il lavoro dovrebbe chiamarsi In a landscape: come il brano omonimo di John Cage composto nel 1948 “to sober and quiet the mind, thus rendering it susceptible to divine influences”. Con il CollettivO CineticO per ora ci stiamo allenando ad una nuova pratica. Come nei miei altri lavori, c’è sempre qualcosa di leggero e misterioso nell’ostinazione della ripetizione, nella pazienza, nella fatica, nell’ossessione. Ma questa volta mi sembra di riuscire a vedere anche dell’altro. Mi sembrano delle figure tutte tese verso ciò che pare somigliare ad un sentimento di serena determinazione che tende ad una sparizione: un’estinzione volontaria del soggetto. Un atto d’amore estremo. La scelta di una dipartita definitiva. Ma ammetto che il mio sguardo non sia oggettivo.”
Alessandro Sciarroni 14/02/2020 - Aeroporto di Fiumicino / Roma
coreografia e regia Alessandro Sciarroni
azione e creazione Simone Arganini, Margherita Elliot, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Stefano Sardi
musica John Cage
costumi Ettore Lombardi
coproduzione CollettivO CineticO, Aperto Festival - Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Comunale di Ferrara, Operaestate Festival Veneto/CSC, Marche Teatro
con il sostegno di MIBACT, Regione Emilia Romagna
residenza artistica Centrale Fies art work space
h. 22.00 – cortile forgia
Marco D’Agostin
Dear N
Marco D’Agostin_foto credits Francesco Presepi
DEAR N. - performance spin-off di BEST REGARDS per XL
DEAR N. è una talk-performance pensata appositamente per l’edizione XL del Festival, e risponde ad alcune questioni centrali: a quale comunità di spettatori ci rivolgiamo in questo momento? Come organizziamo l’esperienza di fruizione di uno spettacolo dal vivo con le limitazioni che regolano le nostre prossimità? Quali altre forme di chiamata in causa possiamo mettere in campo?
DEAR N. nasce sul solco di un’impossibilità, quella di completare e presentare al pubblico la performance BEST REGARDS (il cui debutto era previsto per il marzo del 2020), e su questa frattura cerca di disporre, a futura fioritura, non solo i materiali che hanno animato la ricerca e che non avrebbero mai trovato spazio nello spettacolo, ma anche tutti gli oggetti scenico-performativi che sono in grado di sopravvivere, adattandosi al nuovo ambiente circostante e chiamando prepotentemente in causa la relazione con gli spettatori.
A inaugurare DEAR N. pongo quello che sarebbe stato l’atto di chiusura di BEST REGARDS: la lettura di una lettera, scritta da Chiara Bersani e inviata a Centrale Fies, che nel lavoro per la scena addensava materializzandole alcune delle tematiche centrali. Lo spettacolo era pensato come “lettera” consegnata in ritardo a Nigel Charnock e invitava a riflettere sulle possibilità generate dallo spazio lasciato vuoto da qualcuno che per noi è stato importante e che non c’è più: nel mio caso un Maestro, nel caso degli spettatori chiunque essi desiderino evocare per se stess°. La lettera che Chiara Bersani invia, la cui impalcatura centrale è stata costruita assieme alla poetessa Azzurra D’Agostino, inaugura una riflessione sulla specifica temporalità che le lettere impongono come mezzi di comunicazione: esiste infatti sempre uno scollamento (delay) tra il momento della scrittura e quello della lettura, un lasso di tempo “fatale” che mette sempre in conto la possibilità di una morte, di una rottura. Questo specifica stratificazione temporale, unita al “rischio” di perdita che ogni iter postale postula, caricano la lettera di una dose alta di destino: alla lettera affidiamo le nostre profondità proprio in virtù del suo carattere così prossimo alla minaccia.
Dopo questo primo gesto di carattere performativo, DEAR N. diventa una talk in cui, attraversando alcuni formidabili epistolari dell’ ‘800 e del ‘900 ai quali farà da contraltare l’archivio di lettere prodotte dagli studenti del laboratorio (vedi scheda successiva), si passano in rassegna alcune delle modalità di creazione che le lettere ci insegnano, alcuni episodi sorprendenti legati al loro invio, alcune loro mirabili caratteristiche. Sotterraneamente, e resa appena visibile dal discorso che porterò avanti, palpiterà una domanda di continuo riversata sugli spettatori: a chi scriveresti, ora, una lettera? Quale lettera non hai fatto in tempo a scrivere?
Nella sezione finale, invece, metterò alla prova un meccanismo di chiamata in causa del pubblico che già era previsto nello spettacolo BEST REGARDS, qui testato per la prima volta.
Annuncerò infatti la prima esibizione pubblica della canzone Dear N., che ho scritto durante questa quarantena assieme al musicista LSKA, costruendone le strofe attorno a un ritornello martellante:
You died so I could live and dance, live and dance
You are the dark, I see the stars
I’m here so I can live and dance, live and dance
And I hope this is no harm to you, dear N.,
I hope this is no harm to you
Sei morto così che io potessi vivere e danzare,
Sei il buio, vedo le stelle
Sono qui così posso vivere e danzare
E spero che questo non ti dispiaccia, caro N.,
Spero che questo non ti dispiaccia
Nella forma della canzone pop, il ritornello evoca alcuni aspetti fondamentali per il lavoro. Innanzitutto lo spazio creato dalla morte di qualcuno - che non è solo il luogo della perdita e dell’assenza, ma anche quello che invita a un’azione nuova. Sullo sfondo riecheggia Annie Ernaux, che nel suo L’altra figlia, una lettera rivolta alla sorella - defunta prima che lei ne potesse conservare memoria -, scrive, con commossa crudeltà: “tu sei morta perché io potessi vivere e scrivere”.
La performance vira quindi improvvisamente verso il formato del concerto, ma per il tempo di una sola canzone. La coda del brano, infatti, si rivela essere una lunghissima parentesi musicale in cui i primi due versi del ritornello vengono ripetuti molte volte, invitando lo spettatore non solo a memorizzarli ma anche a passarne in rassegna i possibili significati, un livello dopo l’altro, una ripetizione dopo l’altra.
Con un gesto sobrio e ambiguo, “consegnerò” il ritornello al pubblico, il cui testo in inglese nel frattempo sarà riprodotto, come un karaoke romantico ma un po’ decadente, sulla tenda luminosa alle mie spalle.
Abbandonerò lo spazio, lasciando sospesa una domanda non chiara: posso cantare, ora? Posso fare miei questi versi, riempirli della mia storia? O come vivo invece questo vuoto, questo coro mancato?
Il musicista LSKA, mentre il testo continuerà a scorrere al proprio ritmo permettendo dunque al pubblico di agganciarsi o sganciarsi dal canto in ogni momento, lavorerà sui suoni in modo da rarefare lentamente e progressivamente l’ambiente, che a quel punto gli spettatori saranno liberi di lasciare oppure di vivere fino all’esaurimento della musica.
SCRIVERE LETTERE È SEMPRE PERICOLOSO - workshop di M. D’Agostin e Azzurra D’Agostino per una classe di studenti della scuola superiore di Trento
Il workshop Scrivere lettere è sempre pericoloso mutua il proprio titolo da una frase che Elizabeth Bishop scrisse ed inviò al suo amico poeta Robert Lowell, in uno degli epistolari più memorabili del ‘900. “Gravido di minacce”, aggiungeva la Bishop.
Il workshop è pensato innanzitutto come risarcimento per il gesto di generosità che, nel maggio del 2019, all’inizio del processo di ricerca per BEST REGARDS, una classe del Liceo *** dimostrò, facendo recapitare in Centrale una scatola di lettere piene di consigli e pensieri sullo spettacolo.
Con la collaborazione di Azzurra D’Agostino, poetessa ed esperta di scrittura creativa, il workshop si propone di innescare a distanza pratiche di pensiero e composizione attorno all’arte di scrivere lettere.
I partecipanti saranno convocati su un gruppo Whatsapp e riceveranno istruzioni giornaliere per brevi esercizi di scrittura. Affronteremo la lettera come luogo topico di scrittura, ne studieremo le caratteristiche specifiche, la renderemo contenitore ideale per materializzare singoli desideri di comunicazione. Il workshop genererà un corpus di lettere affilate ma anonime, la cui destinazione ultima sarà Centrale Fies.
Sabato/Saturday 08.08
Chiara Bersani
Cordata Longa
Ph_Giulia Traversi
CORDATA LONGA
Opera di Chiara Bersani – artista e attivista italiana con disabilità realizzata per e con Centrale Fies art work space.
Vorremmo proporvi di incontrarci, darci un appuntamento impossibile, intimo e collettivo.
Vorremmo contemplare il paesaggio insieme.
Sarebbe bello se lo stesso giorno, ad orari e respiri diversi una staffetta di sguardi accompagnasse il sole mentre scompare, di paese in paese, fino a che il tramonto, l’alba, la notte e il giorno non si confondano.
Se vi va, il 9 Agosto, staremo insieme ovunque. In tutti i mari, le foreste, i deserti, le isole, gli oceani del nostro pianeta.
7 - 8 Agosto
LIVE e ONLIFE
Allenamento per Cordata Longa al campo base di Centrale Fies – Le Terme - Loc. Fies 1, 38074 Dro (TN)
ONLINE
Allenamento Online nel sito fies-stargate.net/cordata-longa
In queste giornate verrà reso pubblico un tutorial in cui il capo cordata Marco D’Agostin fornirà le istruzioni necessarie per partecipare a Cordata Longa il giorno 9 Agosto.
9 Agosto - EVENTO ONLINE
Cordata Longa - staffetta di tramonti
ONLINE dalle 19,30 ora italiana per 24 ore
Evento a cui chiunque può aderire, ovunque si trovi.
Per poterne fare esperienza sarà necessario:
Visualizzare con attenzione il tutorial di Marco D’Agostin,
Avere a portata di mano un cellulare con accesso a internet e cuffiette auricolari per un ascolto avvolgente.
CORDATA LONGA è stata realizzata con:
Marco D’Agostin Capo cordata
F. De Isabella Suono
Marta Montanini Ricerca e traduzione
Giulia Traversi Promozione e cura
Eleonora Cavallo Organizzazione, logistica e grafica
Produzione Centrale Fies, Associazione culturale corpoceleste_C.C.00#
With the support of UFO – residenze d’arte non identificate – Contrada Teatro – Stabile di Trieste .
dalle/from 18.30 alle/to 21.30 – spazio Tonus
Sotterraneo
EUROPEANA NON-STOP
durational performance
Europeana by Sotterraneo_artwork Lorenzo Guagni
Un essere umano legge per intero la storia europea del XX secolo per le civiltà future, postumane o extra-terrestri. Accompagnano la lettura 100 brani musicali random, uno per ogni anno del '900. Un software traduce in diretta il testo in codice binario, un linguaggio considerato potenzialmente universale. Audio e traduzione vengono registrati su un supporto che sarà conservato in una capsula del tempo nel luogo in cui accade la performance. Simultaneamente inviamo fotoni oltre la stratosfera con un puntatore laser che reagisce agli impulsi sonori della voce narrante e che ha lo scopo di segnalare la nostra posizione: senza impedimenti il segnale uscirà dalla stratosfera e proseguirà fino ai confini dello Spazio. Se mai qualcuno dovesse usarlo per localizzarci, Europeana. Breve storia del XX secolo è per noi il libro più adatto a raccontare il secolo in cui siamo nati e cresciuti.
concept Sotterraneo
testo “Europeana. Breve storia del XX Secolo” Copyright © 2001 Patrik Ouředník
traduzione Andrea Libero Carbone / Ed. Quodlibet
in scena Fabio Mascagni
luci Marco Santambrogio
sound design Luca Scapellato / LSKA
grafica Brochendors Brothers
consulenza Lorenzo Busoni / ricercatore Osservatorio Astrofisico di Arcetri
produzione Sotterraneo
sostegno Centrale Fies
Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory, del Network Europeo Shift Key ed è residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese
CollettivO CineticO & Alessandro Sciarroni
Dialogo Terzo: In a landscape
CollettivO CineticO_courtesy the artist
“Credo che il lavoro dovrebbe chiamarsi In a landscape: come il brano omonimo di John Cage composto nel 1948 “to sober and quiet the mind, thus rendering it susceptible to divine influences”. Con il CollettivO CineticO per ora ci stiamo allenando ad una nuova pratica. Come nei miei altri lavori, c’è sempre qualcosa di leggero e misterioso nell’ostinazione della ripetizione, nella pazienza, nella fatica, nell’ossessione. Ma questa volta mi sembra di riuscire a vedere anche dell’altro. Mi sembrano delle figure tutte tese verso ciò che pare somigliare ad un sentimento di serena determinazione che tende ad una sparizione: un’estinzione volontaria del soggetto. Un atto d’amore estremo. La scelta di una dipartita definitiva. Ma ammetto che il mio sguardo non sia oggettivo.”
Alessandro Sciarroni 14/02/2020 - Aeroporto di Fiumicino / Roma
coreografia e regia Alessandro Sciarroni
azione e creazione Simone Arganini, Margherita Elliot, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Stefano Sardi
musica John Cage
costumi Ettore Lombardi
coproduzione CollettivO CineticO, Aperto Festival - Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Comunale di Ferrara, Operaestate Festival Veneto/CSC, Marche Teatro
con il sostegno di MIBACT, Regione Emilia Romagna
residenza artistica Centrale Fies art work space
h. 22.00 – cortile forgia
Marco D’Agostin
Dear N
Marco D’Agostin_01 foto credits Francesco Presepi
DEAR N. - performance spin-off di BEST REGARDS per XL
DEAR N. è una talk-performance pensata appositamente per l’edizione XL del Festival, e risponde ad alcune questioni centrali: a quale comunità di spettatori ci rivolgiamo in questo momento? Come organizziamo l’esperienza di fruizione di uno spettacolo dal vivo con le limitazioni che regolano le nostre prossimità? Quali altre forme di chiamata in causa possiamo mettere in campo?
DEAR N. nasce sul solco di un’impossibilità, quella di completare e presentare al pubblico la performance BEST REGARDS (il cui debutto era previsto per il marzo del 2020), e su questa frattura cerca di disporre, a futura fioritura, non solo i materiali che hanno animato la ricerca e che non avrebbero mai trovato spazio nello spettacolo, ma anche tutti gli oggetti scenico-performativi che sono in grado di sopravvivere, adattandosi al nuovo ambiente circostante e chiamando prepotentemente in causa la relazione con gli spettatori.
A inaugurare DEAR N. pongo quello che sarebbe stato l’atto di chiusura di BEST REGARDS: la lettura di una lettera, scritta da Chiara Bersani e inviata a Centrale Fies, che nel lavoro per la scena addensava materializzandole alcune delle tematiche centrali. Lo spettacolo era pensato come “lettera” consegnata in ritardo a Nigel Charnock e invitava a riflettere sulle possibilità generate dallo spazio lasciato vuoto da qualcuno che per noi è stato importante e che non c’è più: nel mio caso un Maestro, nel caso degli spettatori chiunque essi desiderino evocare per se stess°. La lettera che Chiara Bersani invia, la cui impalcatura centrale è stata costruita assieme alla poetessa Azzurra D’Agostino, inaugura una riflessione sulla specifica temporalità che le lettere impongono come mezzi di comunicazione: esiste infatti sempre uno scollamento (delay) tra il momento della scrittura e quello della lettura, un lasso di tempo “fatale” che mette sempre in conto la possibilità di una morte, di una rottura. Questo specifica stratificazione temporale, unita al “rischio” di perdita che ogni iter postale postula, caricano la lettera di una dose alta di destino: alla lettera affidiamo le nostre profondità proprio in virtù del suo carattere così prossimo alla minaccia.
Dopo questo primo gesto di carattere performativo, DEAR N. diventa una talk in cui, attraversando alcuni formidabili epistolari dell’ ‘800 e del ‘900 ai quali farà da contraltare l’archivio di lettere prodotte dagli studenti del laboratorio (vedi scheda successiva), si passano in rassegna alcune delle modalità di creazione che le lettere ci insegnano, alcuni episodi sorprendenti legati al loro invio, alcune loro mirabili caratteristiche. Sotterraneamente, e resa appena visibile dal discorso che porterò avanti, palpiterà una domanda di continuo riversata sugli spettatori: a chi scriveresti, ora, una lettera? Quale lettera non hai fatto in tempo a scrivere?
Nella sezione finale, invece, metterò alla prova un meccanismo di chiamata in causa del pubblico che già era previsto nello spettacolo BEST REGARDS, qui testato per la prima volta.
Annuncerò infatti la prima esibizione pubblica della canzone Dear N., che ho scritto durante questa quarantena assieme al musicista LSKA, costruendone le strofe attorno a un ritornello martellante:
You died so I could live and dance, live and dance
You are the dark, I see the stars
I’m here so I can live and dance, live and dance
And I hope this is no harm to you, dear N.,
I hope this is no harm to you
Sei morto così che io potessi vivere e danzare,
Sei il buio, vedo le stelle
Sono qui così posso vivere e danzare
E spero che questo non ti dispiaccia, caro N.,
Spero che questo non ti dispiaccia
Nella forma della canzone pop, il ritornello evoca alcuni aspetti fondamentali per il lavoro. Innanzitutto lo spazio creato dalla morte di qualcuno - che non è solo il luogo della perdita e dell’assenza, ma anche quello che invita a un’azione nuova. Sullo sfondo riecheggia Annie Ernaux, che nel suo L’altra figlia, una lettera rivolta alla sorella - defunta prima che lei ne potesse conservare memoria -, scrive, con commossa crudeltà: “tu sei morta perché io potessi vivere e scrivere”.
La performance vira quindi improvvisamente verso il formato del concerto, ma per il tempo di una sola canzone. La coda del brano, infatti, si rivela essere una lunghissima parentesi musicale in cui i primi due versi del ritornello vengono ripetuti molte volte, invitando lo spettatore non solo a memorizzarli ma anche a passarne in rassegna i possibili significati, un livello dopo l’altro, una ripetizione dopo l’altra.
Con un gesto sobrio e ambiguo, “consegnerò” il ritornello al pubblico, il cui testo in inglese nel frattempo sarà riprodotto, come un karaoke romantico ma un po’ decadente, sulla tenda luminosa alle mie spalle.
Abbandonerò lo spazio, lasciando sospesa una domanda non chiara: posso cantare, ora? Posso fare miei questi versi, riempirli della mia storia? O come vivo invece questo vuoto, questo coro mancato?
Il musicista LSKA, mentre il testo continuerà a scorrere al proprio ritmo permettendo dunque al pubblico di agganciarsi o sganciarsi dal canto in ogni momento, lavorerà sui suoni in modo da rarefare lentamente e progressivamente l’ambiente, che a quel punto gli spettatori saranno liberi di lasciare oppure di vivere fino all’esaurimento della musica.
SCRIVERE LETTERE È SEMPRE PERICOLOSO - workshop di M. D’Agostin e Azzurra D’Agostino per una classe di studenti della scuola superiore di Trento
Il workshop Scrivere lettere è sempre pericoloso mutua il proprio titolo da una frase che Elizabeth Bishop scrisse ed inviò al suo amico poeta Robert Lowell, in uno degli epistolari più memorabili del ‘900. “Gravido di minacce”, aggiungeva la Bishop.
Il workshop è pensato innanzitutto come risarcimento per il gesto di generosità che, nel maggio del 2019, all’inizio del processo di ricerca per BEST REGARDS, una classe del Liceo *** dimostrò, facendo recapitare in Centrale una scatola di lettere piene di consigli e pensieri sullo spettacolo.
Con la collaborazione di Azzurra D’Agostino, poetessa ed esperta di scrittura creativa, il workshop si propone di innescare a distanza pratiche di pensiero e composizione attorno all’arte di scrivere lettere.
I partecipanti saranno convocati su un gruppo Whatsapp e riceveranno istruzioni giornaliere per brevi esercizi di scrittura. Affronteremo la lettera come luogo topico di scrittura, ne studieremo le caratteristiche specifiche, la renderemo contenitore ideale per materializzare singoli desideri di comunicazione. Il workshop genererà un corpus di lettere affilate ma anonime, la cui destinazione ultima sarà Centrale Fies.
Domenica/Sunday 09.08 (Evento online)
Chiara Bersani
Cordata Longa - Staffetta dei tramonti
Ph_Giulia Traversi
CORDATA LONGA
Opera di Chiara Bersani – artista e attivista italiana con disabilità realizzata per e con Centrale Fies art work space.
Cordata Longa - staffetta di tramonti
ONLINE dalle 19,30 ora italiana per 24 ore.
Evento a cui chiunque può aderire, ovunque si trovi.
Per poterne fare esperienza sarà necessario:
- Visualizzare con attenzione il tutorial di Marco D’Agostin,
- Avere a portata di mano un cellulare con accesso a internet e cuffiette auricolari per un ascolto avvolgente.
Evento fb
Sito
CORDATA LONGA è stata realizzata con:
Marco D’Agostin Capo cordata
F. De Isabella Suono
Marta Montanini Ricerca e traduzione
Giulia Traversi Promozione e cura
Eleonora Cavallo Organizzazione, logistica e grafica
Produzione Centrale Fies, Associazione culturale corpoceleste_C.C.00#
With the support of UFO – residenze d’arte non identificate – Contrada Teatro – Stabile di Trieste .